GESTIONE DEL GRUPPO: (LA MOTIVAZIONE)

gestione del gruppo

Caro mister, oggi ci allontaneremo relativamente dal calcio giocato per parlare molto più dettagliatamente della gestione del gruppo di Giovanissimi.

In realtà non apprezzo molto separare i due aspetti, in quanto credo siano uno la conseguenza naturale dell’altro, in termini di risultati ottenuti… ma ci tenevo a farti capire che oggi non si parlerà di metodologie, esercitazioni e quant’altro.

E per farlo, ti parlerò anche un pò di me e delle mie esperienze.

Come detto spesso, la nostra è una categoria delicata composta da ragazzi morfologicamente e mentalmente molto diversi tra loro.

Insomma, un vero e proprio calderone in cui dovrai inserire gli ingredienti giusti per ottenere le condizioni ideali per fare quello che ti compete, CALCIO.

Troppo frequentemente quando sono sugli spalti intento a gustarmi la partita di qualche squadra della categoria dei giovanissimi, sento parlare e criticare i ragazzi che commettono errori -come giusto che sia- senza considerare affatto le loro emozioni.

La sua è una squadra che stenta a decollare nonostante sia composta da giovani di talento e fisicamente più che validi per la categoria giovanissimi.

Aspettative tante, risultati per ora.. pochi.

Ho cercato quindi di darmi una risposta al perché di questa situazione, osservando i loro allenamenti quotidiani e il rapporto che sussiste tra compagni di squadra e tra squadra e mister.

Di quest’ultimo nutro profonda stima calcistica, confermata anche dalla qualità e dalla programmazione degli allenamenti.

Tra i ragazzi noto coesione e amicizia, anche al di fuori del rettangolo di gioco, il che rende più facile identificarsi in un gruppo.

mot

Decido dunque, nella partita successiva, di fare attenzione alle parole usate dal mister nel pre-partita e durante la competizione.

Ed è proprio qui che una lampadina si è accesa dando una spiegazione parziale e comunque soggettiva alla domanda postasi da società, genitori e mister stesso.

Non sono uno psicologo ma ho notato nel viso di alcuni ragazzi timore e ansia al posto di divertimento e gioia.

Insomma, essi erano messi davanti ad un approccio poco motivante e molto concentrato nel risultato finale, che doveva essere naturalmente vittoria e bagno di folla.

Nella partita poi, poco se non nullo è stato l’utilizzo di parole incitanti quali “bravo”, “dai così”, “ottimo”. Un clima freddo, nel quale i ragazzi non riuscivano ad esprimere le loro reali qualità, pressati e condizionati dalla paura di commettere errori e di prendere gol.

Nell’articolo omonimo dedicato agli Esordienti Calcio, in cui parliamo di gestione del gruppo, dopo aver dato alcune definizioni della parola MOTIVAZIONE, è stato allegato un video estratto da un film famoso in cui Al Pacino dà un esempio limpido del discorso perfetto per motivare i suoi giocatori. Da brividi!

Io, per altre vie, più personali, cerco di farti capire quanto tu possa influire sulla prestazione dei tuoi ragazzi, anche senza cinesini e palloni.

GESTIONE DEL GRUPPO: OBIETTIVI PERSONALI AL SERVIZIO DELL’OBIETTIVO COMUNE

Non so se ti è capitato di vivere l’ambiente di uno spogliatoio di prima squadra… al di là della categoria.

L’errore che spesso si fa nel calcio giovanile, è quello di pretendere la stessa professionalità e responsabilità da parte di ragazzi che dal calcio non vogliono altro che divertimento.

Per loro rappresenta una valvola di sfogo dalla scuola e dai genitori, che in questa fase vedono come un ostacolo continuo ai loro desideri.

Quindi, non aggiungerti anche tu cercando di inculcare nella loro mente idee o concezioni che ancora non possono comprendere.

Cerca di comunicare singolarmente con ognuno di loro, non lasciando nessuno da parte. Solo attraverso obiettivi singoli, essi riusciranno a raggiungere dei risultati collettivi, capendo così cosa vuol dire vincere e perdere tutti insieme.

Il gruppo è per loro una cosa nuova ed è bene che comincino a considerarlo.

CALMA! IL RISULTATO NON E’ TUTTO!

E’ vero, siamo ufficialmente entrati nella realtà agonistica di questo magnifico sport.

Vincere non implica sempre che un’annata sia positiva.

Al contrario, cominciare a Settembre con 20 ragazzi e terminare con gli stessi 20 è una cosa di cui andar fieri.

Devi sapere che l’Italia insieme alla Germania, risulta essere il peggior paese in termini di abbandono della pratica calcistica nella fase adolescenziale con una percentuale vicina al 50%.

Un dato sconcertante, più che indicativo: molti allenatori infatti, vedono nei ragazzi che allenano un mezzo utile al raggiungimento della gloria personale dimenticando che quest’ultimi risultano essere gli unici protagonisti della scena.

E’ inutile crogiolarsi dietro titoli regionali o articoli su giornali sportivi locali.

Rendere tutti partecipi, con le giuste considerazioni.

E’ inutile costruire un 11 ideale, appiattendo l’ambiente settimanale e la voglia di fare calcio di questi ragazzi. Tieni tutti sul “chi va là” e vedrai che le soddisfazioni non saranno poche!

GESTIONE DEL GRUPPO: PAURA DI COSA?! SBAGLIARE PER IMPARARE

Se il risultato della partita non è affatto l’unica cosa da tenere a mente è importante dare a questi giovani calciatori la possibilità di sbagliare, più e più volte. Cadere, rialzarsi e ricadere. L’unico modo per migliorare.

Evita grida, accuse, rimproveri a favore di un dialogo aperto che possa accrescere le conoscenze e l’intelligenza del ragazzo.

La paura in un’attività che sulla sigla della sua federazione ha la parola GIOCO non può esistere.

categoria giovanissimi calcio

GESTIONE DEL GRUPPO: ANDIAMO SUL CONCRETO: 5 PUNTI DI TENERE A MENTE PER MOTIVARE IL TUO GRUPPO

Ora che sai quanto è importante gestire l’aspetto emozionale dei tuoi ragazzi e come un ambiente sereno per fare sport di squadra, ti propongo a conclusione questi cinque punti riassuntivi del discorso affrontato:

  • Porsi come esempio o fonte di ispirazione
    Dare l’esempio in un’era in cui esistono “guru” da seguire per ogni cosa non è affatto un aspetto secondario. Tutti sono segretamente alla ricerca continua di modelli da seguire, in particolare questi ragazzi per i quali rappresenti una figura di fiducia superiori ai genitori (nel calcio).
  • Dire la verità (anche quando non è positiva)                                                                                          Comunicare, implica anche dire ciò che può essere una critica. Una critica che però, esposta con i modi e le parole adeguate, può portare a un risultato migliore rispetto ad un falso complimento.
  • Impara a comunicare in modo efficace                                                                                                  Saper comunicare efficacemente e consapevolmente con la propria squadra rafforzerà il rapporto di fiducia e ti permetterà di raggiungere i risultati sperati.
  • Usa un linguaggio chiaro e dai importanza alle parole
    Scegli accuratamente le parole da usare quando parli con i tuoi giocatori. A volte basta una parola fuori posto, usata male o fuori contesto, per demotivare e far calare immediatamente l’entusiasmo.
  • Sapere quando è giusto assumere un atteggiamento più giocoso
    Non prendersi  troppo sul serio e, soprattutto, saper bilanciare serietà e impegno con momenti di divertimento e piacere, spesso è l’atteggiamento giusto per motivare la tua squadra.

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