LE ESERCITAZIONI TECNICHE

esercitazione tecnica giovanissimi

Ciao Mister, in questo articolo oggi parliamo di un argomento molto interessante: le esercitazioni tecniche.

“La tecnica è il mezzo di esecuzione di tutti processi tattici-strategici.”

“Migliori sono le capacità tecniche, migliori sono le risorse del calciatore per trovare soluzioni alle situazioni tattiche all’interno di una partita.”

“La tecnica supporta la tattica, dalla decisione all’esecuzione.”

Così si esprime Jon Moreno Martinez, allenatore professionista di 3° livello del settore giovanile dell’Athletic Bilbao in riferimento ad alcune domande postegli sull’allenamento calcistico.

tecnica

Oggi, in riferimento all’argomento che andremo ad affrontare, mi sembrava “giusto” iniziare e proseguire durante tutto l’articolo con alcune frasi “d’autore” che ritengo assolutamente veritiere e mai banali, che ci consentano di sintetizzare quanto detto, paragrafo dopo paragrafo.

Sono sicuro che tu, in quanto allenatore di giovanissimi, ti ritroverai quotidianamente a lavorare su quello che amo chiamare SUPPORTO, ossia tutte quelle capacità che cerchiamo di fornire o tanto più consolidare e migliorare nei nostri ragazzi che come già affermato in precedenza, sono vere e proprie spugne di apprendimento sotto ogni punto di vista.

In questa età infatti, è una TUA prerogativa cercare di ampliare il loro repertorio tecnico utile a risolvere situazioni di gioco che diverranno via via più complicate.

Ci tengo però a dirti una cosa: se in questo articolo, quello che cerchi è un numero considerevole di esercitazioni pronte all’uso, chiudi tutto e digita altro sul Web.

Cercherò invece di darti importanti linee guida che possano guidarti o perlomeno farti sorgere dubbi su cosa e come fare quanto hai in testa, tenendo sempre a mente il soggetto delle tue proposte: i ragazzi.

NIENTE FRETTA.
“La calma e la costanza sono vincenti. Non c’è bisogno di affrettare l’allenamento.”

Se vengono dati nomi distinti alle categorie ci sarà un motivo.

Tu ti occupi di Giovanissimi, appunto giovani calciatori alla prima esperienza agonistica in un sport di situazione e di squadra, tra i più complessi per le 2 alla 22 interazioni in campo presenti in ogni partita (escluso l’arbitro).

È naturale quindi, che all’inizio i tuoi ragazzi abbiano problemi a riportare le loro capacità in un campo più grande e con molte più variabili (giocatori avversari e compagni) in gioco.

Cerca quindi di lavorare gradualmente (ma duramente) per il raggiungere il livello che ti sei prefissato.

Non bisogna cercare di raggiungere velocemente gli obiettivi immaginari durante la formazione di questi giovani calciatori. I principi della tua progressione didattica sono sempre vigenti, che sia una stagione, un allenamento o un’esercitazione tecnica. La continuità è la pietra angolare del calcio del settore giovanile.

ESERCITARE, ASSIMILARE, AUTOMATIZZARE.
“Più mi alleno, più avrò fortuna” (Luis Aragonés)

Bisogna allenarsi bene per progredire, questo è consolidato. E per quanto riguarda in particolare le capacità tecniche, è bene anche allenarsi molto.

Ripetere un gesto, dal punto di vista strettamente coordinativo, non fa altro che automatizzare il gesto stesso, dando al calciatore la possibilità di concedere più attenzione alla situazione di gioco che la circonda.

Migliorare e automatizzare un fondamentale tecnico, in altre parole consiste nell’aumentare la probabilità che la giocata pensata venga realizzata sia qualitativamente (correttezza del passaggio, dribbling ecc) che “tempisticamente” (giocata effettuata nel momento e nella situazione giusta).

L’allenamento tecnico dovrebbe indirizzare verso gli aspetti fondamentali del gioco, che sono quelli di adattarsi in maniera efficace e di agire al momento opportuno.

‘LESS IS MORE’. “Non occorre saper fare mille esercitazioni, ma saperne fare una in mille modi diversi”. (Massimo De Paoli, responsabile tecnico del Brescia calcio)

Less is more.
Per gli arcani, “meno è più”. Trovo particolarmente affascinanti queste tre parole legate a questa affermazione di Massimo De Paoli, in un suo articolo intitolato ‘La costruzione logica del gioco’.

Affascinanti e VERE.

In uno dei primi articoli (la sessione di allenamento), diedi molta importanza alla varietà dell’allenamento calcistico, una prerogativa fondamentale, che permette di fornire al giovane calciatore nuovi stimoli e nuove esperienze che potrà sfruttare durante la competizione.

Ho deciso di tornare su questo punto, per specificare maggiormente cosa si intende per varietà, naturalmente nel contesto di un’esercitazione tecnica e nella piena conoscenza (ora) di cosa intendiamo per progressione didattica.

Per quanto riguarda la tecnica, proporre esercitazioni articolate sempre diverse, non sempre risulta efficace ai fini di un sano apprendimento. Al contrario, un’esercitazione legata a un determinato gesto tecnico, con un buon numero di varianti, ognuna propedeutica all’altra, risulta molto più allenante di quanto detto in precedenza.

Che sia un’esercitazione di tecnica destrutturata, situazionale o prettamente analitica ricorda di utilizzare meno coni e cinesini possibili (less is more), non introdurre troppi concetti base -meglio lavorarne uno bene che tre a metà- (less is more) e di disporre di un numero discreto di varianti che rispettino il tuo percorso didattico (non mille modi per uno ma uno in mille modi).

DISCIPLINE OPEN E CLOSED.
Saper giocare con la palla, non è la stessa cosa di saper cosa fare con essa”.

Mi dispiace aver utilizzato già due espressioni anglosassoni ma la situazione lo richiede.

Alla letteratura infatti, piace utilizzare questi due termini per differenziare le discipline che isolano la prestazione da un avversario esterno (nuoto per esempio) da quelle come la nostra, dove si manifestano continuamente atteggiamenti e comportamenti che la particolare situazione di gioco esige in risposta ad eventi esterni. Beh, a me non dispiace affatto estendere questo concetto all’allenamento calcistico, e in particolare alle esercitazioni tecniche, e per chiarirti meglio le idee, ti offro un valido e semplice esempio.

Proviamo a pensare a due modelli didattici orientati all’allenamento di un fondamentale tecnico quale il passaggio.

“METODO CLOSED”

Questo primo percorso, che si identifica nella didattica tradizionale, in vigore da –fin- troppo tempo, prevede ogni tipo di esercitazione nella quale non è presente l’incertezza (fig.A) situazionale; l’ambiente è “stabile” e grande attenzione viene posta dall’allenatore sul come viene eseguito il gesto. In questo metodo, l’errore è tollerato nei limiti del possibile.


FIG.A

Il tecnico fornisce indicazione chiare e precise, facendo ricorso ad una fase dimostrativa e verbale del compito tecnico da portare a termine, assistendo l’allievo nella correzione o nel miglioramento del movimento richiesto.

Uno strumento didattico così concepito ha una larga applicazione nella scuola calcio ed in effetti permette un raggiungimento di una esecuzione accettabile del gesto tecnico più precocemente. Sono però del parere che un eccessivo uso di questa metodologia, con una categoria delicata e di transizione come quella di cui ti occupi, possa creare disinteresse verso la pratica calcistica, data la “monotonia” che spesso contraddistingue questo tipo di esercitazioni, al di là della complessità che puoi o non puoi inserire.

“METODO OPEN”

Ciò che prima avevamo osservato e non trovato nel paragrafo passato, è invece il filo conduttore di questa metodologia, basata sull’interazione tra il gesto tecnico richiesto e l’avversario presente che impedisce la corretta esecuzione.


FIG.B

Nella fig.B possiamo osservare come, mantenendo l’obiettivo prefissatoci (allenamento del passaggio), gli stimoli forniti siano adeguati per un adattamento situazionale del giovane calciatore, che quindi oltre a curare il passaggio, si trova ora a dover scegliere come e quando effettuarlo in virtù di un avversario pensante che agisce di conseguenza. Non ci si limita ad una mera esecuzione tecnica, meccanica e tanto più, priva di ragionamento.

Se poi all’interno di un esercizio di questo tipo inserisci la variabile tempo (es: numero max di passaggi in 60 secondi), chiedendo ai ragazzi maggiore rapidità, potrai notare come il comportamento tecnico e la ricerca della precisione vengano fortemente condizionate in negativo. Ma non preoccuparti, l’allenamento risanerà questi limiti.

PER FINIRE… NIENTE CITAZIONE, MA 4 VINCOLI DA TENERE A MENTE

A conoscenza di tutto quello che è stato scritto in precedenza, forse anche fin troppo retorico e utopistico, ho deciso di farti un piccolo regalo elencandoti 4 criteri “sempreverdi” da rispettare quando ti metti sulla tua scrivania e butti giù qualche proposta da portare ai tuoi ragazzi nella seduta successiva:

  • SPAZIO D’AZIONE. Le dimensioni, sempre importanti. In generale, in uno spazio 20×20, rientrano tutte le esercitazioni di tecnica destrutturata e analitica che puoi o non puoi conoscere. Questo, anche tenendo conto dell’età biologica del ragazzo, spesso non ancora provvisto di calci di 30/40 m.
  • TEMPO D’AZIONE. Gestisci sempre bene i tempi, non superando possibilmente i 15/20 minuti di lavoro, qualsiasi esso sia. Mantenere attenzione e ritmo alto beneficia a loro e a te, perciò non appiattire il tutto prolungando disperatamente perché non riesce. Non fa nulla, potrai riprendere il lavoro nella seduta successiva.
  • VINCOLO TECNICO. Limita o accentua l’utilizzo del piede forte e del piede debole. Probabilmente se i piedi son due ci sarà un motivo ed è anche ora di utilizzarli entrambi.
  • VINCOLO TATTICO. Richiedi movimenti semplici ma specifici come la sovrapposizione, il taglio, l’incrocio.

CONCLUSIONE

Abbiamo dunque capito che, in linea generale, specifiche esecuzioni tecniche senza una situazione tattica appropriata producono una mancanza di significato in questa fase dello sviluppo. L’obiettivo, anche quando parliamo di tecnica, è quello di creare giocatori intelligenti, autonomi, creativi e pensanti (non robot che faranno esattamente quello che l’allenatore detta).

Imparare non vuol dire diventare capaci a ripetere lo stesso gesto, ma trovare ad una situazione la risposta adeguata con mezzi(tecnici/tattici) diversi.

“Il calcio inizia nella TESTA, passa per il cuore e termina con i PIEDI”. (Horst Wein)

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