
Dopo presa di posizione, intercettamento e anticipo è arrivato il momento di parlare di MARCAMENTO. Terzo principio di tattica individuale di non possesso, discendente della presa di posizione e ascendente dell’intercetto e dell’anticipo.
Ultimamente se ne sentono molte.. del tipo “Ah non c’è più un difensore che sappia marcare come una volta…”.
Forse è vero, ma le nuove regole e le nuove strategie di gioco hanno cambiato tutto a partire dal marcamento.
Anni fa si assisteva a partite giocate interamente sull’uno contro uno, senza schieramenti fissi o zone prefissate. Simbolica è la partita di Gentile su Maradona al mondiale dell’82.
Il calcio cambia, e di conseguenza le caratteristiche di chi lo gioca.
Indice
UN PRIMO APPROCCIO TEORICO
Il marcamento è direttamente collegato alla presa di posizione. Sapere marcare un avversario significa avere la massima attenzione sui movimenti, mantenendo nei suoi confronti una distanza tale da impedire e limitare la sua azione tramite un contrasto o un anticipo.
La tecnica di marcamento varia in funzione delle/a:
• caratteristiche tecniche e fisiche dell’avversario
• caratteristiche tecniche e fisiche di chi effettua la marcatura
• posizione della palla in riferimento alla porta (marcatura stretta
– marcatura allentata)
L’errore che il giocatore non deve commettere nella marcatura a uomo o a zona è quello di differenziare (a seconda del contesto in cui si trova a marcare, cioè a uomo o nella zona), la distanza dall’avversario. In entrambe le situazioni la marcatura deve essere effettuata con i principi sopra esposti, non lasciando libertà, soprattutto in zona pericolosa, al diretto avversario.
A COSA SERVE IL MARCAMENTO?
Con il marcamento intendo limitare tempo e spazio agli avversari per la riconquista della palla. Il marcamento può essere effettuato a uomo o a zona.
Con marcamento a uomo intendo:
a) mettersi fra la porta e l’avversario;
b) poter vedere contemporaneamente palla e avversario. Dovendo scegliere fra i due è da preferire sempre l’avversario.
Con marcamento a zona intendo:
a) ogni giocatore è responsabile della zona di campo assegnata;
b) si muove in questa zona a seconda della posizione della palla;
c) aggredisce qualunque avversario che entri con la palla nella zona di propria competenza eccezion fatta per le situazioni di inferiorità numerica.
Vista l’evoluzione del gioco del calcio degli ultimi tre quattro anni è importante saper scegliere sempre bene quale tipo di marcamento effettuare.
A mio giudizio il mix fra i due tipi di marcamento garantisce i risultati migliori; proprio per questo il giocatore deve saper interpretare bene il concetto cosiddetto di “marcamento a uomo nella
zona”. Con tale espressione s’intende il fatto che, all’interno della zona di competenza, il difensore ridurrà la distanza dall’avversario tanto più quanto più esso si avvicina alla nostra porta.
VANTAGGI E SVANTAGGI DEI DUE TIPI DI MARCAMENTO
LA MARCATURA A UOMO
La marcatura a uomo può facilmente generare una difesa aggressiva e di grande pressione fisica sugli avversari.
Di contro, dipendendo dai movimenti degli avversari, la sua struttura può diventare disordinata con conseguenti problemi nel controllo dello spazio.
Oltretutto, in assenza di un sistema di copertura prestabilito, quando un uomo viene superato (da un dribbling, da un triangolo in velocità) il portatore di palla ha spazio e tempo a disposizione per la propria giocata e può causare un effetto domino sul resto delle marcature, costringendo altri difensori ad abbandonare il loro compito individuale.
Va aggiunto anche che dopo il recupero del pallone la disposizione della squadra non è sempre quella ideale per far ripartire un’azione offensiva: il relativo controllo degli spazi rende inoltre difficile la gestione degli inserimenti da dietro degli avversari e, quindi, il recupero del pallone è affidato principalmente a tackle e anticipi.
LA MARCATURA A ZONA
I sistemi a zona hanno il vantaggio di “dipendere” molto meno dal comportamento degli avversari: è più semplice riuscire a mantenere definita la struttura posizionale della squadra, con evidenti vantaggi nella fase di transizione positiva che si può avvalere di riferimenti costanti e predeterminati.
La quantità di campo che si sceglie di coprire, orizzontalmente e verticalmente, dipende dalla volontà della squadra.
Si può scegliere di rimanere molto stretti in larghezza, lasciando maggiore spazio sul lato debole e si può scegliere l’altezza a cui porre la propria linea difensiva, rendendo problematica in vari modi la ricerca della profondità alla squadra avversaria.
La quantità e la qualità degli spazi lasciati che si decide di lasciare scoperti (lato debole, spalle della propria linea difensiva) è in conflitto con la necessità di ridurre al massimo i corridoi liberi tra le proprie linee (più i giocatori sono vicini, più gli spazi esterni alla struttura compatta della squadra saranno ampi) e proprio il controllo degli spazi interni/esterni al proprio schieramento può essere uno dei problemi dei sistemi difensivi a zona.
ESERCITAZIONI PRONTE ALL’USO
ESERCITAZIONE N°1
Allenare il marcamento tramite 1vs1
DESCRIZIONE
Esercitazione molto semplice che prevede un 1vs1 sulla zona laterale con il difensore sollecitato ad allenare presa di posizione e marcamento.
Disponiamo i ragazzi come in figura formando 3 file di attaccanti e 2 di difensori. L’azione inizia nel mezzo con il giocatore centrale che decide dove svolgere l’esercizio.
Dopo il passaggio verso il compagno laterale, parte il difensore di riferimento (quello più vicino all’azione) e comincia l’uno contro uno verso la porta da difendere. Variamo i ruoli di attaccanti e difensori al fine di allenare tutto tutti.
ESERCITAZIONE N°2
Allenare il marcamento tramite un 3vs2 in progressione didattica dell’es1
DESCRIZIONE
In progressione rispetto a quanto visto in precedenza, vediamo questo 3vs2 con disposizione identica rispetto all’es1.
Stavolta, dopo aver iniziato l’azione, il giocatore centrale effettua una sovrapposizione verso il compagno ricevente. Adesso il giocatore in possesso sarà libero di far quello che vuole senza obblighi.
La situazione è complicata per il difensore che dovrà fare una scelta tra le due possibilità che gli vengono concesse: seguire l’uomo che sovrappone oppure concedere il passaggio in favore di un miglior marcamento del portatore di palla.
ESERCITAZIONE N° 3
Allenare il marcamento tramite una partita a tema
DESCRIZIONE
Lo scopo del gioco è realizzare il maggior numero di reti possibile nella porta avversaria. Internamente si gioca a tre tocchi o a tocco libero. Gli esterni giocano ad un tocco o a due tocchi, creando superiorità numerica nella metà campo offensiva.
A seconda del numero dei tocchi degli esterni, si vengono a dettare i tempi di marcamento e di smarcamento. Non è valido il passaggio fra gli esterni. Non ci sono corner. Ogni volta che la palla viene allontanata l’allenatore ne introduce un’altra a centrocampo.
Molto interessante,soprattutto attuale e applicabile su i nostri giovani! Complimenti all’autore!